Nella guida “Lisbona. Quello che il turista deve vedere” – redatta nel 1925 – Fernando Pessoa descrive con particolare passione il quartiere di Belém: a partire dal Monastero dos Jeronimos e dalla Torre sul fiume Tago, ma anche altre attrattive di cui il grande poeta portoghese conosce tutti i dettagli che illustra con passione e orgoglio. Siamo nel capitolo quinto del libro, eccone alcuni passi.
(…) ci troviamo al cospetto di quel grandioso monumento che è il Monsteiro (Monastero) dos Jeronimos, un capolavoro in pietra che, una volta visitato, i turisti non possono più dimenticare. Si tratta, infatti, del più importante monumento della capitale. La sua costruzione fu ordinata nel 1502 da Manuel I (…).
L’ingresso laterale è di una ricchezza architettonica che incanta e delizia tutti. E’ uno stupefacente esempio di lavoro in pietra, colmo di nicchie, di statue, rilievi, stemmi ed emblemi (…).
L’effetto d’insieme di questo portale monumentale, di squisita armonia profondamente e dolcemente religiosa, ci fa pensare alle meravigliose mani che lo hanno disegnato e realizzato.
(…) I diversi motivi ornamentali, la posizione delle statue, le loro cornici sono stati progettati ed eseguiti da mani abili e meticolose, cui i secoli a venire saranno sempre grati per le bellezze che hanno realizzato. (…)
La visita al Mosteiro dos Jeronimos, per essere una vera visita, deve essere fatta senza fretta. Tutte le bellezze qui ospitate devono essere accuratamente esaminate (…).
Si tratta (la Torre di Belém ndr) di uno dei più bei monumenti di Lisbona e uno dei ricordi più espressivi del potere navale e militare dei portoghesi. Questa meraviglia dell’architettura orientale fu eretta a difesa del fiume e della capitale portoghese sulla Praia do Restelo, famosa per essere il luogo da cui salpavano le navi per le Grandi Scoperte.
(…) fu realizzata dentro il fiume. (…) In seguito le acque del fiume si ritirarono, lasciando la torre saldamente addossata alla sponda.
La Torre di Belém, vista da fuori, è un magnifico gioiello di pietra ed è con stupore e crescente soddisfazione che lo straniero ammira la sua particolare bellezza. E’ come un merletto, e dei più belli, nel suo delicato intarsio che, bianco, balugina da lontano, catturando immediatamente lo sguardo dei naviganti che entrano del fiume.
(…) nell’ala meridionale (il Palàcio Real ndr) ospita il Museo dos Coches (Museo delle Carrozze), un curiosissimo museo creato nel 1905 (…). E’ superiore ai musei consimili di Versailles e Madrid (…).
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