“Barcellona e Valencia in dieci giorni” è il viaggio che collega le due città con uno spostamento in treno ma, chiaramente, è possibile visitarle anche singolarmente. Se per Barcellona il filo conduttore è stato l’architetto Antoni Gaudì, per Valencia è stata la natura (e gli animali in particolare) a guidare la visita. Abbiamo dormito nelle residenze universitarie: una soluzione che abbiamo molto amato. Elemento centrale è stato il cibo spagnolo che abbiamo apprezzato davvero parecchio scovando alcuni locali veramente interessanti.

La Barcellona dell’architetto Antoni Gaudì

Il nostro percorso in Barcellona ha seguito l’architettura di Antoni Gaudì visitando il Parc Guell, la Sagrada Familia, la Casa Battlò e la Pedrera. Per i dettagli andate all’articolo Barcellona seguendo l’architettura di Antoni Gaudì.

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Barcellona: la Rambla, il Mercato della Boqueria, la spiaggia della Barcelloneta e il Montjuic

La Rambla è un po’ come gli Champs Elysées a Parigi: non potete non andarci per una passeggiata pomeridiana o serale. Non posso dire che l’abbiamo amata molto forse perchè, essendo molto più stretta rispetto agli omologhi parigini, la quantità di gente rende il passeggiare faticoso e un po’ soffocante. Scendete alla fermata della metropolitana di Plaza Catalunya e poi seguite il fiume di gente. Las Ramblas sono da percorrere sino in fondo perché portano prima al Mirador de Colom e quindi al porto.

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Scendendo noterete sulla destra il Mercat de la Boqueria che non solo è da vedere ma anche e soprattutto da gustare.
Opulento, ricco, profumato… offre di tutto e di più per mangiare, in particolare il famoso jamon iberico noto anche come pata negra e il pesce.
L’ideale è però fermarsi e assaggiare i piatti sul posto nei locali tipici standosene “appollaiati” sugli sgabelli al bancone. Scendendo sulla Rambla, quando notate la metropolitana Liceu, fermatevi e gettate lo sguardo a terra: state camminando su un mosaico di Joan Mirò.

Quindi infilatevi a sinistra e iniziate a perdervi nel Barri Gotic, il quartiere gotico, di origine romana. Qui potete visitare la Cattedrale (nella foto), osservare i resti delle colonne e dell’architrave del tempio romano e la chiesa di Santa Maria del Pi.

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Cercate di arrivarci per l’ora di pranzo perchè dietro la chiesa, in piazza San Joseph Oriol, c’è il nostro locale preferito (che ci è stato segnalato da una gentile signora italiana, sarda per la precisione, che vive da anni qui) PaTapas, con tapas genuine, fatte al momento, dai sapori autentici (ne parlo diffusamente nell’articolo Barcellona e Valencia: istruzioni per l’uso).

Una volta scesa la Rambla fino al porto non potete non notare una funivia che fa la spola sino a un’altura: è il Montjuic che potete raggiungere con questo stesso mezzo o utilizzando la metropolitana prima, quindi la funiculare e poi la funivia: qui trovate il Castello, i Jardins de Mirador, alcune strutture delle Olimpiadi del 1992, la Fondazione Joan Mirò  e il Museo nazionale d’Arte della Catalogna.

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Alla Barcelloneta, la spiaggia di Barcellona che potete raggiungere facilmente con la metropolitana, abbiamo dedicato un solo pomeriggio perché né io né Martina amiamo particolarmente la vita da spiaggia. Non posso dire che sia degna di nota, quindi se volete passare una bella giornata al mare meglio farlo a Valencia, nella spiaggia Malvarrosa, di cui vi parlo più avanti in questa pagina.

Valencia e la natura: la Ciutat de les arts y le ciencies e il Bioparc

Alla Ciutat de les arts y le ciencies abbiamo dedicato una giornata in quanto la struttura è complessa e offre diversi punti di vista sul tema della scienza.
Con un biglietto unico potete infatti vedere l’Oceanografico (il più grande acquario d’Europa), l’Emisferico (in cui potrete vedere un film in 3D a scelta) e il Museo delle Scienze.

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Lo spettacolo dei delfini (informarsi sull’orario e prendere posto con un po’ dio anticipo) vale da solo il costo del biglietto. All’ingresso vi daranno un braccialetto che consente di muoversi nei diversi spazi e di uscire, così potete evitare di mangiare dentro ai vari fast-food e recarvi invece all’ottavo piano del vicinissimo El Corte Ingles: oltre alla vista panoramica avrete anche la possibilità di mangiare piatti tipici cucinati benissimo e a prezzi ragionevoli. Inoltre una pausa shopping è sempre piacevole.

Il Bioparc richiede invece una mezza giornata. Qui impazzirete per gli animali della savana, che potrete vedere davvero da vicino (apparentemente) senza barriere gli animali dell’Africa, compresi leoni, giraffe, zebre, coccodrilli, oltre ai lemuri.

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Il centro storico di Valencia: la Cattedrale, il Mercato Central, la Lonja de la Seda e il Palacio del Marques de Dos Aguas

Il centro storico di Valencia non è grande ma riserva alcune mete interessanti. Innanzitutto la Cattedrale e poi il Mercato Central che non è opulento come quello di Barcellona ma se volete comprare quel che serve per un pranzo in giro per la città è perfetto ed è interessante anche dal punto di vista architettonico. Decisamente più notevoli la Lonja de la Seda e il Palacio del Marques de Dos Aguas. La Lonja de la Seda, in stile gotico e simbolo della ricchezza commerciale della città, è patrimonio dell’Unesco. Il Palacio del Marques de Dos Aguas in stile rococò ha una spettacolare porta principale che è scolpita nell’alabastro.

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Una giornata sulla spiaggia della Malvarrosa di Valencia per finire la vacanza in… relax

Io e Martina non siamo grandi amanti della vita da spiaggia ma dopo nove giorni passati a girare tra Barcellona e Valencia ho pensato che l’ultimo fosse da trascorrere in completo relax (anche perchè il volo in tarda serata consente di sfruttare al meglio la giornata). Essendo a un quarto d’ora a piedi (o, se preferite, a tre fermate di tram) dalla Residencia Galileo Galilei, la spiaggia della Malvarrosa è comoda da raggiungere con una bella passeggiata al mattino. Se rientrate per pranzo e per una pausa potete utilizzare il tram ma il tragitto è quasi totalmente riparato dalle fronde degli alberi.

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Dimenticate il concetto italiano di spiaggia tutto lettini e ombrelloni. Qui la maggior parte della spiaggia, che peraltro è molto ampia, è libera ma dotata dei servizi e di altre strutture pubbliche (campi da calcio, da pallavolo e la basket; docce e bagni; raccolta differenziata dei rifiuti). Esistono aree attrezzate con ombrelloni e lettini a pagamento (ma senza servizi propri). Per i pasti c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Se vedete un quad sfrecciare sulla spiaggia non preoccupatevi: si tratta della polizia municipale che pattuglia e che tiene alla larga i venditori ambulanti (ma qualcuno riesce a farla franca, come l’indiano che ha tatuato Martina con l’hennè) o come la simpatica ragazza che per pagarsi i viaggi scatta foto con la Polaroid in cambio di un’offerta (e noi naturalmente l’abbiamo presa!).

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