“Dublino in tre giorni” è un viaggio primaverile fatto con mia figlia Martina (come al solito) ma anche con le mie nipoti Chiara e Valentina. Sfruttando gli orari degli aerei e la differenza di un’ora nel fuso orario abbiamo utilizzato al meglio il tempo a nostra disposizione non solo visitando la città di James Joyce, degli U2 e di Oscar Wilde, ma concedendoci anche una bella escursione nel villaggio di Howth. Grazie a Ryanair e una camera quadrupla la vacanza a Dublino è stata anche low cost.

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Prima di partire non mancate di consultare il sito www.irlandando.it che è una miniera di informazioni, ma anche il sito ufficiale della città di Dublino www.visitdublin.com e quello del turismo irlandese www.ireland.com  (aderite anche alle newsletter che offrono sempre suggerimenti interessanti). Vi segnalo anche il sito Dublino facile di Francesco, l’ho scoperto casualmente a luglio 2017 quindi lo aggiungo: tante info utili anche dal punto di vista pratico. Vi consiglio di consultarlo!

Molto importante: il cielo sopra Dublino è assolutamente mutevole. In una stessa giornata possono capitare due o tre acquazzoni cui fanno seguito altrettante schiarite. Meglio quindi essere pronti a cambiare programma per… assecondarlo.

Il primo giorno: appuntamento con James Joyce
e pranzo “Tesco made” sui gradini del Trinity College

Dopo aver lasciato i bagagli in albergo usciamo subito alla ricerca di qualcosa da mangiare. Lungo la Talbot Street e la Earl Street che conducono verso il centro è possibile trovare di tutto. Decidiamo di entrare da Tesco, la catena di supermercati, perchè sono sicura di trovare qualcosa che vada bene alle mie tre scompaginate compagne di viaggio. Optiamo per le insalate di pasta e verdura che poi mangeremo sulla prima panchina disponibile. In realtà non troviamo panchine (ma la statua di James Joyce quella sì), quindi la nostra ricerca di un posto in cui fermarci ci porta parecchio più avanti, fino al Trinity College.

Seduti sulle gradinate di accesso ai diversi edifici dell’Università di Dublino sono numerosi i turisti che consumano il pranzo così, in semplicità. Anche noi scegliamo una gradinata libera e gustiamo le insalate di pasta e verdura “Tesco made”.

Il Trinity College con il Book of Kells, la Old Library e la Long Room

Per la visita del Trinity College scelgo di affidarmi alla guida: il biglietto famigliare due adulti e due bambini costa 25 euro e prevede mezz’ora di spiegazione solo in inglese e l’ingresso alla Old Library con il Book of Kells e la Long Room.

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Il racconto dell’origine e delle caratteristiche dell’Università di Dublino dalla voce della guida – che peraltro è uno studente – è un’ottima scelta: veniamo infatti a sapere numerosi dettagli non solo storici. Come il fatto che l’edificio adibito a mensa è stato costruito più volte, in quanto… crollato più volte.

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Oppure che l’edificio in fondo al cortile è la residenza per studenti più antica ma la meno amata da chi studia qui: per fare la doccia, infatti, è necessario uscire dalla propria stanza e dalla struttura, per poi accedere alle docce da una misteriosa porta blu che dà sul cortile. D’inverno non dev’essere molto confortevole. E, ancora, i due aceri di oltre duecento anni provenienti dall’Oregon: pare crescano benissimo vuoi per le piogge abbondanti, vuoi perchè il terreno prima era un cimitero (e quindi i morti li… nutrono), vuoi perchè gli studenti li controllano scrupolosamente per accertarsi che non abbiano malattie.

Lasciata la guida entriamo nella Old Library: Valentina 11 anni, Chiara 13 anni e Martina 16 anni sono parimenti incantate da questa biblioteca con il soffitto altissimo che racchiude tantissimi volumi, “vigilati” dai busti di pensatori, poeti e scrittori. Ripide scalette sono la via d’accesso agli scaffali che custodiscono un immenso sapere nella splendida  Long room con il suo soffitto a botte: qui, in circa 65 metri di lunghezza, trovano spazio 200.000 libri tra i più antichi della biblioteca. Sempre qui c’è una teca con un’antica arpa, in legno di salice con corde in ottone, la più antica rimasta in Irlanda.

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Al piano terra è invece possibile vedere, ma solo attraverso una teca, due pagine del famoso Book of Kells, un codice miniato di 680 pagine pare risalente all’800 e realizzato dai monaci dell’isola di Iona che ha subito tantissime vicissitudini per poi approdare qui.

Le case di Merrion Square e il ponte Ha’penny

Ci sono due luoghi simbolo nelle cartoline di Dublino. Merrion Square con le porte colorate delle case

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e il ponte pedonale Ha’penny (uno dei nostri punti preferiti, tanto che torneremo per ammirarlo con la luce della sera). Il nome del ponte sarebbe in realtà Liffey (il fiume di Dublino) Bridge, ma dal momento che quando è stato aperto nel maggio del 1818 serviva mezzo penny (Half a Penny) per attraversarlo a titolo di pedaggio…  il nome è diventato Ha’penny (la tassa è stata soppressa nel 1919).

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Nel parco di Merrion Square troviamo anche la statua di Oscar Wilde e una manifestazione dedicata al cibo dal mondo, con bancarelle di food per tutti i gusti. I dublinesi gustano il cibo comodamente sdraiati nel prato e noi ne approfittiamo per una pausa dolce con i cup cakes. In fondo proprio Oscar Wilde ha detto che “l’unico modo di liberarsi da una tentazione è quella di cedervi”.

La prima giornata è stata faticosa quindi porto le ragazze a mangiare burritos in un locale poco distante dal North Star Hotel (vai all’articolo Dublino: cosa mangiare).

Il secondo giorno: la Guinness Storehouse e la Cattedrale di San Patrizio

La visita della Guinness Storehouse, la fabbrica della celebre birra Guinness, è un’esperienza molto interessante e istruttiva anche per chi non è appassionato del genere (come me). Credo sia il luogo di Dublino più visitato (almeno a giudicare dalle code alla biglietteria, dagli autobus in arrivo e dalla dimensione dei parcheggi), quindi è obbligatorio acquistare i biglietti in internet oppure presentarsi attorno alle 10 del mattino di domenica come abbiamo fatto noi. L’ingresso non è economico (20 euro gli adulti e 13.50 i ragazzi) ma prevede anche la consumazione (birra per gli adulti, soft drink per gli “under 18”).

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Molto utile prendere l’audioguida (1 euro) che permette di capire – lungo il percorso che si snoda nei sette piani della Guinness Storehouse – come viene prodotta la birra a partire da quattro semplicissimi ingredienti: acqua, orzo, lievito e luppolo (l’unico ingrediente che viene importato). Interessante anche la storia legata alle botti (oggi sostituite da contenitori in acciaio inossidabile) e di chi aspirava a diventare “bottaio”. Ma pure la storia della famiglia Guinness, che ha sempre avuto a cuore il benessere dei propri dipendenti, tanto che un posto di lavoro in questa azienda veniva considerato un vero e proprio colpo di fortuna.

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Alla Guinness Academy (ingresso compreso nel biglietto) c’è la possibilità di imparare a spillare la birra e chi lo fa a regola d’arte riceve anche un attestato! Non mancate di salire alla torre panoramica per… gustarvi una vista a 360 gradi sulla città.

Rientrando verso il centro facciamo tappa alla Cattedrale di San Patrizio (ingresso a pagamento): secondo la tradizione San Patrizio utilizzava un pozzo nei pressi per battezzare i convertiti al cristianesimo. L’edificio odierno risale al 1220 e nei secoli è sopravvissuto a guerre, rivoluzioni e a una Riforma. San Patrizio è la cattedrale nazionale della Chiesa d’Irlanda, membro della comunione anglicana. Qui, tra l’altro, è seppellito Jonathan Swift, l’autore de “I viaggi di Gulliver”.

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e alla Chiesa di Cristo.

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Infine per il pranzo… fish&chips (vai all’articolo Dublino: cosa mangiare).

Il secondo giorno: al pomeriggio in autobus a Howth

Per andare a Howth, pittoresco villaggio vicino a Dublino, consigliato per una gita fuori porta, potete scegliere il treno (ma non è operativo di sabato e domenica) oppure l’autobus 31 (con la fermata a pochi metri dal North Star Hotel).

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Ma quale dei due mezzi usare è fondamentale in relazione a ciò che si vuol fare una volta giunti a destinazione. Il treno infatti arriva fino al porto, mentre l’autobus sale sulla collina da cui parte la strada che porta alle scogliere e a una splendida passeggiata sopra i cliff da cui godere una bella vista sul mare e sulla costa. Ma pensare di salire dal porto alla collina a piedi è abbastanza impensabile, vuoi per la pendenza vuoi per la lunghezza della strada. Il percorso in bus dura circa 40 minuti; il costo è di circa 4 euro per gli adulti e di circa 2 euro per bambini/ragazzi.

Il terzo giorno: St. Stephen Green, il Castello di Dublino e Temple Bar

Dopo un’abbondante pioggia di prima mattina, Dublino è bagnata ma splende il sole. Passando dal ponte pedonale Ha’penny bridge, ci dirigiamo di buon mattino verso uno degli spazi verdi più belli della città. E’ il St. Stephen’s Green la cui storia è legata a quella di Arthur E. Guinness, che finanziò la realizzazione dei giardini centrali e dei laghetti, ma soprattutto convinse il Parlamento a togliere l’ingresso a pagamento. Il parco, oltre che da piante e animali, è “abitato” anche dalle statue di persone famose legate alla storia d’Irlanda.

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Verso le dodici ci spostiamo al Castello di Dublino (che negli anni è diventato un palazzo come molti omologhi nelle capitali europee) per una visita guidata in inglese che permette di vedere, oltre agli appartamenti reali, anche la cappella e la struttura medievale.

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E’ qui che veniamo a sapere che l’arpa celtica che compare sulla Guinness è in realtà specchiata rispetto all’originale simbolo dell’Irlanda: solo dopo questa piccola modifica, infatti, la celebre marca di birra ha potuto utilizzare il nobile simbolo.

Prima di partire non trascurate di entrare in uno di questi negozi con le vetrine in verde. Non farete nessuna fatica a trovarli, in quanto la città ne è completamente disseminata. E’ la catena Carrolls Irish Gifts, specializzata in souvenirs con i soggetti, i temi e i colori dell’Irlanda. Qui non solo potrete acquistare davvero di tutto e di più, ma rimarrete anche sorpresi dalla fantasia e dalla creatività degli irlandesi nell’ideare ricordi adatti a qualsiasi età e tipologia di persona, a qualsiasi ambiente e occasione.

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Molto più che l’imbarazzo della scelta: un delirio di idee tra l’utile e il simpatico. Per la cronaca io e Martina (come d’abitudine) abbiamo acquistato un decoro per l’albero di Natale: una palla con i colori d’Irlanda e il logo della Guinness. Un po’ kitch?

Infine una bella passeggiata attraverso Temple Bar, il quartiere dei pub e della vita notturna, prima di correre a prendere l’aereo!

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Leggi anche:
Dublino: istruzioni per l’uso (come arrivare, dove dormire e come spostarsi)
Dublino: dove mangiare
Dublino, l’Ulisse di James Joyce

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