Una settimana può essere sufficiente per innamorarsi? Certamente. Noi ci siamo innamorati di Israele e per questo abbiamo deciso di tornarvi. In due anni siamo volati da Milano a Tel Aviv tre volte, con i figli al seguito. Perché questo è un viaggio nel cuore della storia, è un’esperienza che val la pena vivere.

© Barbara GaravagliaIn una realtà sfaccettata come quella della Terra Santa si può entrare solamente in punta di piedi, con una giusta dose di curiosità e di rispetto, e con il desiderio di vivere anche al di fuori dei percorsi consueti e a volte frettolosi. In anni come questi, decidere di andare in Terra Santa, cioè in Israele e nei territori palestinesi, non è – purtroppo – pratica diffusa. Timori e allarmismi bloccano molti e quando racconti di aver compiuto questo viaggio anche con i bambini spesso raccogli incredulità. Come spesso accade, alcune circostanze fortuite ci hanno spinti a volare in Terra Santa, realizzando un desiderio che io e mio marito avevamo. Io c’ero stata una volta sola con un pellegrinaggio, mio marito mai.

Le sette porte, il Santo Sepolcro, la città vecchia

© Barbara GaravagliaPremetto che è varcando la cinta delle mura, attraversando una delle sette porte della città (porta di Damasco, porta Nuova, porta di Sion, porta di Jaffa, porta dei Leoni, porta di Erode, porta del Letame, porta d’Oro) che per noi ha significato entrare in Gerusalemme.

Solitamente lo facciamo attraverso il grande varco di Porta di Jaffa, infilandoci nei vicoli del suk (foto sotto a sinistra), che pullulano di negozietti, per giungere al Santo Sepolcro (foto sotto a destra), luogo fondamentale per i cristiani (in restauro ma accessibile, 2016). Si tratta di una chiesa che ha subito rimaneggiamenti, ampliamenti, nei secoli e che, nella sua varietà di opere e di costruzioni, è unica. E d’impatto. Non solo perché per un cristiano qui c’è la Chiesa madre, qui il luogo in cui è iniziato qualche cosa di nuovo, con la resurrezione di Gesù. Non solamente per l’emozione che suscita pensando al fatto che quelle pietre sono state calpestate dai piedi di pellegrini giunti qui centinaia di anni fa, ma per la compresenza di riti, di vesti, di canti. Ben lontana dall’austerità delle nostre chiese, dal silenzio che le abita, la chiesa del Santo Sepolcro accoglie pellegrini rumorosi: ciononostante, è un luogo Santo. E anche i bambini lo  percepiscono.

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Per comprendere qualche cosa di più sulla Gerusalemme cristiana, abbiamo visitato il nuovo Museo di Terra Santa (Terra Sancta Museum), promosso dai frati della Custodia che, dai tempi di san Francesco hanno la custodia dei luoghi santi. Il piccolo museo è ubicato al Convento della Flagellazione, sulla Via Dolorosa. Multimediale, con linguaggio semplice, riesce a fornire alcuni elementi storici interessanti e utili.

© Barbara GaravagliaÈ qui vicino che il venerdì, alle 16 in estate e alle 15 nelle altre stagioni, parte la Via Crucis, guidata dai frati della Custodia. Non è certo come quella di oggi la Gerusalemme che ha percorso Gesù, però penso che non sia stato diverso il clima che ha accompagnato i condannati duemila anni fa. Quando si compie questo cammino, si vivono sensazioni diverse: ci sono i soldati che scortano i fedeli in preghiera, ci sono i bambini che schiamazzano, i negozietti dei cristiani che chiudono le serrande e gli altri che le aprono, magari sonoramente, ci sono pietre di epoca romana che compongono ancora la pavimentazione. Poi si giunge al Santo Sepolcro, per porticine e scalette che permettono di vedere tutto da un’altra prospettiva.

Chiese ce ne sono, ovviamente, tante. Ciascuna ha qualche elemento importante, se non architettonico, storico e religioso. Imperdibile la bella chiesa crociata di sant’Anna, dall’acustica perfetta. Ci siamo commossi, quando l’abbiamo vista: l’abate, francese ci ha avvicinato e sapendo che eravamo italiani ci ha invitato a cantare… in quattro abbiamo intonato “Signore delle cime”. In questo complesso sono presenti anche interessanti scavi archeologici.

Sempre all’interno delle mura, consiglio di entrare nella sala del Cenacolo, che è in un complesso che comprende la tomba di Davide e una scuola. Il Cenacolo è una bella sala con archi gotici, decorazioni della cultura araba. Usciti dalla sala, si sale una scaletta e si arriva sul tetto. Da lì si ammira la città, con la vicina chiesa della Dormizione, i tetti… un colpo d’occhio formidabile.

Religiosità e culture a confronto. Il muro e la cupola d’oro

Girando per la Città vecchia si passa da un quartiere all’altro, dal quartiere arabo, a quello ebreo, dai negozietti del suk, a quelli del cardo… Due mondi che si tangono. Abbigliamenti diversi e atteggiamenti diversi. Un’esperienza assai interessante, anche per i più piccoli. Come è bello vedere l’aria di festa del sabato, quando come un fiume raggiungono il muro occidentale decine di persone, famiglie, uomini dai copricapo di pelo, ragazzi in camicia bianca e pantaloni neri, con kippa e riccioli accanto agli orecchi… In fretta fanno gli ultimi acquisti, prima che il suono del corno – un suono antico che si sente per tutta la città – annunci il giorno del riposo. Donne e uomini, divisi, si avvicinano al muro. Nelle fenditure tra le pietre anche noi abbiamo messo le nostre intenzioni di preghiera.

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Al di sopra del muro, la spianata delle moschee. Può capitare che l’accesso sia interdetto, non solamente a causa di festività religiose, ma per ragioni di sicurezza. Queste sono variabili di cui tener conto, ma senza scoraggiarsi. La spianata ha dimensioni vastissime ed è splendida con i suoi edifici e con i suoi colori. Purtroppo non si può entrare nelle moschee e bisogna essere attenti all’abbigliamento.

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Immergersi nella cultura e nel passato. Fatto!

Non mancherei di visitare altri luoghi: il museo della torre di Davide, presso la Porta di Jaffa, la chiesa di san Giacomo degli Armeni (pomeriggio ore 15) e un giretto sui tetti, gratis. E sui tetti, perché non godersi di una pausa ristoratrice, gustando una bibita al bar della Guest house dei luterani, che permette poi di ritornare nel quartiere cristiano? Il museo della torre di Davide è ben fatto e, permette senza annoiarsi, di compiere un percorso nella storia della città. Inoltre consente di ammirare interessanti vestigia.

© Barbara GaravagliaAdatta ai bambini, ma non solo, la visita alla cosiddetta città di Davide, vicino alla porta del letame. Ci si ritaglia un paio d’ore per entrare letteralmente nelle viscere della Città Santa, ovvero nei canali che convogliavano l’acqua alle numerose piscine nelle quali gli ebrei si lavavano quando salivano al Tempio. Per i più ardimentosi c’è un percorso da compiere con l’acqua sino alle cosce…

Rimane nei nostri ricordi la salita al monte degli ulivi a piedi, perché a piedi si gustano di più le cose. La distesa dei cimiteri è una delle immagini che più rimangono impresse. Scendendo dal monte, dopo aver visitato l’edicola dell’Ascensione, la chiesa del Dominus Flevit, si entra nell’orto del Getsemani, con ulivi millenari, e nella chiesa, moderna, dell’Agonia. Vicina, la chiesa cosiddetta della tomba di Maria, con una suggestiva scalinata illuminata da lampade e ricca di icone e decorazioni.

Fare memoria: lo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto

Sempre con i mezzi pubblici si raggiunge lo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto. I bambini sotto gli 11 anni possono visitare solamente una zona del memoriale e non entrare nel museo che, con documenti, scritti, reperti e filmati ricorda ciò che non dovrà mai più accadere… Esperienza forte.

Consigliato, anche per i bimbi, il museo di Israele con il museo del Libro. C’è un bellissimo parco esterno punteggiato di splendide sculture, opera di artisti tra cui Henry Moore, e una zona per i bambini che permette loro di giocare e di avvicinarsi all’arte. Anche il museo si raggiunge con l’autobus.

(*) “Donna, sposa e giornalista, con una laurea in Architettura nel cassetto. Vivo a Lecco. Mi piace camminare per i sentieri e vorrei viaggiare più di quanto riesca a fare”.

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