Grecia, Dodecanneso, Karpathos (l’accento sulla prima “a”): questa vacanza è stata un’autentica sorpresa, un po’ perché Gil ha deciso di far rotta qui praticamente last minute, ma soprattutto perché l’isola ci ha conquistati con le sue spiagge ogni giorno diverse e una più bella dell’altra (Grecia, Karpathos: le spiagge più belle), con il contrasto tra la cittadina di Pigadia e il villaggio di Olympos, con viste spettacolari su un mare turchese e su montagne fitte di vegetazione, con una cucina semplice e gustosa e anche con il Meltemi, il vento che la sferza ma che rende il cielo terso e non fa sentire il caldo. E, ancora, le chiese bianche e azzurre che costellano il paesaggio, le notti scure e senza lampioni in cui ammirare le stelle, l’ospitalità cordiale di Maria e Yorgos. Iniziamo con questo video.

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Pigadia, la “capitale” di Karpathos: cena nelle taverne e shopping

La cittadina di Pigadia è una sorta di “capitale” per l’isola di Karpathos. Per noi è anche il posto migliore per alloggiare, un po’ perché non amiamo i borghi troppo piccoli e isolati, un po’ per la posizione strategica dal punto di vista logistico, posta com’è a 15 minuti dall’aeroporto e punto di partenza ideale per raggiungere le spiagge.

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La via principale piena di negozietti e di ristoranti, il porto piccolo ma servito anche dai traghetti con acqua straordinariamente pulita e costellato di taverne, a Pigadia ci siamo andati soprattutto a cena.

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Nei negozi di artigianato e souvenirs vedrete ovunque oggetti con il simbolo dell’occhio del diavolo: si tratta di un amuleto sui toni del blu, dapprima utilizzato solo per i gioielli e ora declinato su qualsiasi supporto e in qualsivoglia foggia, che protegge chi lo porta. Pare sia di origine turca (Nazar Bonjuk, l’occhio di Allah) o più semplicemente chiamato Evil Eye, è tipico della Turchia ma è stato adottato dalla Grecia.

Olympos: il villaggio fuori dal tempo preferito dai turisti

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Olympos è un villaggio fuori dal tempo e dallo spazio nella parte nord dell’isola. Fuori dal tempo perché qui la vita sembra essersi fermata al secolo scorso con le piccole case abbarbicate alla montagna e le donne anziane in costumi locali. Fuori dallo spazio perché per raggiungerlo da Pigadia (o da Lefkos) è necessario impiegare almeno un’ora (in auto) o anche di più per chi viaggia in moto, lungo una strada impegnativa per le condizioni del manto stradale (asfaltato solo in anni recenti, fino a cinque anni fa era sterrata, ma a tratti cosparso di detriti) e per il tracciato tutto a curve, con a sinistra la montagna che si sfalda e a destra pendii a precipizio a volte poco protetti.

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Pare che la popolazione sia arrivata lassù per sfuggire ai pirati e che la popolazione sia per la maggior parte femminile perchè gli uomini sono scomparsi in guerra. Eppure così arroccato e così isolato è giustamente il villaggio preferito dai turisti: donne in costume o in abito nero e stivali di pelle in estate come d’inveno, case decorate, artigianato locale (noi abbiamo comprato cinture e sandali in pelle), ristoranti con vista spettacolare sul mare e vicoletti, ovunque aquile bicipiti simbolo del patriarcato di Costantinopoli.

Per goderne appieno andateci di mattino, pranzate lassù e nel pomeriggio raggiungete la spiaggia di Diafani che sta a otto chilometri. Noi ci siamo andati in scooter ma per rendere il viaggio più rilassante e per concedervi un rientro tardivo vale la pena per un giorno sostituire la moto con una macchina.

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