Dal porto di Peschici al mattino parte il traghetto Freccia Azzurra per le Isole Tremiti alle 8.50. Dedicate una giornata alla scoperta dell’arcipelago formato dalle isole di San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa.

Acque cristalline alle Isole Tremiti – © www.pennaevaligia.it

Le opzioni sono due: prendere il traghetto (A/R 35 euro) per San Nicola e poi spostarsi a San Domino (A/R 5 euro), oppure aggiungere un giro in barca di circa un’ora (20 euro) che permette di costeggiare le isole e vedere alcune meraviglie tra grotte e formazioni naturali della roccia. Il ritorno è da San Nicola alle 16.45 con arrivo a Peschici verso le 18.

Consulta: Info traghetti

Il consiglio è di acquistare il biglietto il giorno alla biglietteria del porto di Peschici prima per evitare code il giorno dopo e per imbarcarsi tra i primi così da prendere posto a prua. Basta una maglia a maniche lunghe per difendersi dal fresco del mattino e viaggiare proprio sul triangolo in legno a prua che considero uno dei posti più comodi per non bagnarsi e godere del primo sole del mattino al riparo dagli spruzzi.

San Nicola: l’isola più antica e ricca di storia alle Tremiti

Dopo un’ora e mezza si sbarca a San Nicola, l’isola più antica dell’arcipelago delle Tremiti. Se come me amate camminare, salire sui promontori, scoprire ogni angolo… fatelo subito appena sbarcati dal traghetto in modo tale che il sole sia ancora sopportabile e l’andatura sostenuta. Alla fine della giornata scoprirò di aver fatto ben 22.000 passi, quasi senza accorgermene.

La Chiesa di Santa Maria a Mare, i mosaici e i chiostri

La scalinata che parte subito dietro il porto si inerpica tra le fortificazioni e sbuca in un’ampia piazza su cui si affaccia la chiesa dell’isola. I sassi del selciato della salita sono consumati dal tempo e dai tanti passaggi, quindi meglio evitare calzature poco idonee. L’esterno bianco della chiesa di Santa Maria a Mare su cielo azzurro è un bellissimo colpo d’occhio per iniziare la giornata. All’interno racchiude un mosaico pavimentale molto ben conservato dell’XI secolo. Sul lato sinistro si aprono i chiostri, uno medievale e l’altro rinascimentale: purtroppo questa parte è la peggio conservata.

Una curiosità: la diomedea, Omero e le Isole Tremiti

Noterete nel prato antistante il chiostro medievale un pozzo con una diomedea: si tratta di un uccello marino il cui nome deriva dal mito. Un tempo le Tremiti erano infatti conosciute come “Insulae Diomedeae”, dal nome dell’eroe greco di Omero qui sepolto e ancora oggi, si racconta, pianto dai suoi compagni di viaggio, trasformati dalla dea Venere negli uccelli marini “diomedee”, dal canto molto particolare e simile al vagito di un bambino.

Il piccolo borgo di San Nicola e le sue case colorate

Oltre la chiesa si apre la strada principale di San Nicola con affacciati bar, ristoranti, negozi di artigianato e le case del borgo, tutte basse e colorate, il municipio e l’ufficio postale. Se amate camminare, andate oltre le fortificazioni e cercate il sentiero – allestito di recente – che conduce al Mausoleo libico dedicato ai libici che furono esiliati alle Isole Tremiti e qui morirono (1911-1912).

Il mausoleo dedicato ai libici deportati alle Tremiti nel 1911

Nel 1911 il Governo Giolitti iniziò una guerra coloniale contro la Turchia che dominava la Libia. Un contrattacco arabo-turco sorprese i bersaglieri italiani a Shara Shatt il 23 ottobre dello stesso anno uccidendone 500. La repressione italiana fu immediata: 2.000 arabi furono fucilati o impiccati, 5.000 vennero deportati. Alle Tremiti arrivarono libici catturati nell’area di Tripoli: mendicanti, ricchi proprietari, contadini, commercianti, anziani, donne e bambini. Alla fine i libici deportati alle Tremiti oscillarono tra 1.366 e 1.391; a giugno 1912 ne erano morti 437, un terzo di quelli arrivati, a causa di stenti e malattie come i il tifo e il colera.

Il piccolo cimitero con resti romani e la caletta nascosta citata dalla Lonely Planet

Superato il monumento, il sentiero conduce al cimitero dove trovate anche due tombe di origine romana e poi, tenendo sulla sinistra il muro del cimitero, scendete lungo il sentiero: in fondo si nasconde una caletta per prendere il sole e fare il bagno in acque cristalline. Essendo citata dalla Lonely Planet non è più tanto sconosciuta quindi non sperate di godervela in completa solitudine.

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