Il Gattopardo è uno straordinario affresco socio-politico della Sicilia tra fine Ottocento e inizio Novecento. L’ho riletto ad agosto 2017 prima di partire per la Sicilia e mi è stato molto utile per capire una certa atmosfera decadente, la sontuosità dei palazzi, il caldo delle pianure.
Il Gattopardo più che una lettura è stata una ri-lettura. E come spesso accade la seconda volta è molto meglio della prima, complice forse una cerca maturità anagrafica e intellettuale di chi legge.
La trama è nota: in Sicilia, mentre tramonta il regno borbonico sotto i colpi dell’impresa di Garibaldi e della formazione del Regno d’Italia, la famiglia Salina e in particolare il principe don Fabrizio vivono i fatti della storia e personali dal punto di vista di una nobiltà in declino tra Palermo e Donnafugata.
Ma don Fabrizio, nonostante le nobili origini, ha vedute moderne e una lucidità (sia nelle vicende famigliari sia in quelle politiche) che lo portano a stagliarsi nettamente nella storia e nel romanzo. Lontana dal suo granitico spessore umano e intellettuale anche il nipote prediletto, Tancredi, le altre figure di contorno e anche la bella Angelica.
Da pagina 177 a pagina 181 dell’edizione economica Feltrinelli il Gattopardo/don Fabrizio conduce un’analisi lucida, modernissima e di grande attualità della politica in generale e della mentalità siciliana in particolare.
Altre letture interessanti e che ho molto amato, utili sempre per entrare nell’atmosfera della Sicilia nobile di fine Ottocento:
La Menullara, di Simonetta Agnello Hornby
La zia marchesa, Simonetta Agnello Hornby
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