Dal 2008 Mantova e Sabbioneta in Lombardia sono state inserite nel patrimonio dell’Unesco perchè “offrono una testimonianza eccezionale delle realizzazioni urbane, architettoniche e artistiche del Rinascimento”. Alla base c’è il comun denominatore rappresentato dalla famiglia Gonzaga che, nel caso di Mantova, ha rinnovato una città esistente; per Sabbioneta, invece, venne progettata la città ideale secondo i canoni dell’Umanesimo. “Questa è una bellissima città – scriveva Torquato Tasso nel 1586 – e degna c’un si mova per vederla”.
Per chi ama i miti… Manto, figlia dell’indovino Tiresia, fuggita da Tebe si rifugia in un luogo palustre e con le sue lacrime forma un lago, le cui acque conferiscono capacità profetiche. Va in sposa alla divinità fluviale Tybris – il Tevere – re dei Toscani. Dalla loro unione nasce Ocno, che ne mezzo di quel lago fonda una città e la chiama Mantua, in onore della madre.
Mantova: letture di viaggio, la straordinaria storia di Isabella d’Este
tra famiglia, cultura, arte e politica
Per preparare la visita a Mantova mi sono affidata alla Lonely Planet “Milano e Lombardia”; per approfondire la corte di Mantova al tempo dei Gonzaga una bella anche se impegnativa lettura è “La signora del Rinascimento” di Daniela Pizzagalli: la vita di Isabella d’Este, una donna autonoma e indipendente, assetata di cultura e conoscenza, mecenate e amante del bello, la cui presenza è stata fondamentale per la corte sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista politico.
Il centro di mantova: piazza Sordello, Palazzo Ducale e la Camera degli Sposi
Arriviamo a Mantova in una mattinata di inizio autunno dopo aver pernottato nel paesino di Rodigo, a circa venti minuti, in un hotel scoperto casualmente grazie a una “smat box”: Villa dei Tigli: vicino a Mantova relax e ottima cucina. La città di Mantova offre numerosi parcheggi gratuiti a ridosso del centro, mentre la sosta giornaliera a pagamento negli spazi pubblici costa 5 euro (2017). Nei momenti di maggior affollamento un servizio gratuito di navette porta in centro dai parcheggi esterni.
La giornata inizia con un buon caffè nella centralissima piazza Sordello, un grande rettangolo pedonale ricoperto di ciottoli su cui affacciano alcuni dei principali edifici storici di Mantova: la Cattedrale di San Pietro, il Palazzo Ducale con il Palazzo del Capitano e il Castello di San Giorgio (che racchiude la celebre Camera degli Sposi).
I biglietti d’ingresso al complesso dei due edifici (adulti 12 euro, tariffa 2017) comprendono anche la visita alla Camera degli Sposi. Per chi ha intenzione di visitare sia Mantova sia Sabbioneta segnalo la Mantova Card che, con 20 euro (2017), consente l’accesso a numerosi luoghi di interesse e ha validità di 72 ore (Palazzo della Ragione e Torre dell’Orologio saranno chiusi fino al 31 dicembre 2017 per lavori di ristrutturazione; supplemento di 5,50 euro per la Camera degli Sposi). Attenzione: sul biglietto di ingresso a Palazzo Ducale avete anche l’orario di ingresso alla Camera degli Sposi che va rispettato abbastanza precisamente (ma gli addetti alla bigliettera non mancheranno di ricodarvelo).
Palazzo Ducale (più di mille stanze e almeno 35.000 metri quadrati di superficie) è stata la residenza dei Gonzaga: iniziamo con il Palazzo del Capitano.
All’interno è un susseguirsi di splendide stanze in cui è difficile scegliere se guardare in alto, verso le volte meravigliosamente affrescate (come nel caso della stanza dello zodiaco) ovvero in basso, camminando sui pavimenti di marmi policromi.
Di stanza in stanza arriviamo alla sala dei fiumi (un antico refettorio estivo con due finte grotte e una decorazione rococò che risale al periodo austriaco) e al giardino pensile.
Uscendo dal Palazzo del Capitano entriamo nel Castello di San Giorgio con quattro torri e il fossato attorno. La maggiore attrattiva è rappresentata dalla Camera picta o Camera degli Sposi: Andrea Mantegna la realizzò dal 1465 al 1474 su commissione di Ludovico II Gonzaga. L’artista dedicò la stanza ai coniugi Ludovico e Barbara di Brandeburgo (da qui il nome).
Le proporzioni quasi cubiche dell’ambiente risultano artificiosamente dilatate; la volta è completata al centro dal celebre oculo che apre lo spazio interno verso il cielo.
Piazza delle Erbe: la Rotonda di San Lorenzo,
il Palazzo della Ragione e la Torre dell’Orologio
In fondo alla piazza Sordello un arco conduce alla piazza delle Erbe con la Rotonda di San Lorenzo (il monumento più antico di Mantova), il Palazzo della Ragione e la Torre dell’Orologio (con ore, segni zodiacali e fasi lunari).
Lasciando piazza delle Erbe per andare in direzione Palazzo Te attraverserete anche il rio, il canale che taglia a metà la città, collegando il lago superiore al lago inferiore e offrendo alcuni tra gli scorci più pittoreschi di Mantova.
Dal centro di Mantova a piedi fino a Palazzo Te lungo via Principe Amedeo
Raggiungere Palazzo Te (il nome deriva dalla località Tejeto scelta per la sua costruzione) è semplice e piacevole: una lunga camminata (circa quindici minuti) lungo via Principe Amedeo. Fatela, perchè così vi potrete raffigurare Federico II Gonzaga che lasciava il centro di Mantova per recarsi nella sua dimora di campagna progettata da Giulio Romano sul modello della villa romana antica.
Dalla sala dei cavalli a quella di Amore e Psyche, dalla sala dei Venti alla camera degli stucchi, raggiungerete il vertice nella sala dei Giganti: qui resterete incantati dalla grandiosità della scena con Giove arrabbiato con i giganti (che avevano tentato l’assalto all’Olimpo) e che scaglia i fulmini contro di loro con conseguenze devastanti.
Per me in assoluto la cosa più bella che ho visto a Mantova. Tra le curiosità: il video dell’Ombelico del Mondo di Lorenzo Jovanotti è stato girato qui: guardare per credere Ombelico del Mondo
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