Rispetto ad altre capitali europee Oslo è piuttosto piccola, tanto che bastano tre giorni per girarla tranquillamente. Per questo è interessante allungare la permanenza per esplorare i dintorni e, in particolare, le pendici della montagna a nord e scendere nel fiordo a sud, per avere un’idea dello splendido ambiente naturale della Norvegia. Noi lo abbiamo fatto in cinque giorni a fine agosto 2015.

Il primo giorno a spasso per Oslo: dal Palazzo reale sino al Centro Nobel

Le informazioni pratiche per organizzare il viaggio, spostarsi e alloggiare sono all’articolo sempre su questo sito Oslo low cost: ecco come fare: il titolo non è casuale, perchè con un po’ di attenzione e qualche informazione in più è possibile organizzare una vacanza o un week lungo anche nel (carissimo) nord Europa.
Una volta lasciate le valigie, il primo pomeriggio lo dedichiamo, come d’abitudine, a passeggiare a piedi per iniziare a capire come è organizzata la città. Oslo è formata da due quartieri collegati (Oslo ovest e Oslo est) e da una penisola (Bygdøy) raggiungibile in traghetto, col bus o, come vedrete, anche in bicicletta. Quindi a piedi dalla Frogner House  attraversiamo il quartiere delle ambasciate e quindi i giardini del parco del Palazzo reale che sono aperti al pubblico.

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Eccoci quindi allo Slottet: siamo su una collina e dominiamo la città. La vista spazia sulla Karl Johans Gate, il viale principale (100.000 pedoni transitano ogni giorno), che raccorda il Palazzo reale con il cuore di Oslo.

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Ma prima di lasciare la residenza (in estate visite guidate) alla volta del centro diamo un’occhiata alla statua della regina Maud e alla statua a cavallo di re Carlo Giovanni.
Scendiamo la scalinata e iniziamo a percorrere in leggera discesa la Karl Johans Gate, come detto la via principale della città, che conduce fino al cuore commerciale di Oslo e da lì alla Stazione centrale. Percorrendola vedrete numerosi palazzi d’epoca che custodiscono importanti istituzioni e luoghi di interesse a partire dall’Università (il cui auditorium contiene un affresco di Edvard Munch) e dal Teatro nazionale. Nella via parallela dietro l’Università troviamo la Galleria nazionale (con l’Urlo di Munch e il Ritratto di Mme Zborowska, opera di Amedeo Modigliani) e il Museo di Storia (con reperti di epoca vichinga e medievale). C’è un legame molto forte tra Munch e la città di Oslo che viene ben spiegato in questo articolo.

Mentre passeggiamo lungo la Karl Johans Gate, diamo un’occhiata al selciato dove sono incastonate parole con strani accenti: in realtà sono strane solo per la grafìa e compongono alcune citazioni. Sulla sinistra, sempre scendendo, c’è Paléet, blasonato  centro commerciale con, all’interno, un’altra opera di Munch e, all’esterno, un cammello parcheggiato (e pure le indicazioni per riportarlo qui qualora l’animale si smarrisse…).
La passeggiata riserva anche altre simpatiche sorprese: avvistiamo Babbo Natale in incognito che sorseggia una Coca Cola al bar, ammiriamo un ragazzo che fa meraviglie con le bolle di sapone giganti e osserviamo il passaggio dei poliziotti a cavallo che pattugliano il centro cittadino.

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A questo punto della strada a sinistra diamo un’occhiata alla Cattedrale di Oslo e allo Stortinget (il Parlamento), per poi scendere al porto con il Centro Nobel e l’imponente struttura del Municipio con la sua architettura davvero un po’ particolare in mattoni rossi.

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Il secondo giorno al mattino: pedalando in bicicletta
verso il quartiere Bygdøy e l’avventura polare della nave Fram

Come detto il quartiere di Bygdøy è raggiungibile con il bus, con il traghetto (ma attenzione: la tariffa è extraurbana) e appunto in bicicletta come facciamo noi noleggiandola da Viking bike.

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Due precisazioni: 1) le biciclette disponibili non sono moltissime e d’estate la richiesta è alta quindi meglio prenotarle; 2) se come noi siete appassionati delle due ruote… sappiate che i mezzi a noleggio non sono esattamente l’ultimo modello e anche la manutenzione lascia un po’ a desiderare (quindi controllate almeno il livello degli pneumatici). Viking Bike propone tour guidati, ma è facile muoversi in autonomia seguendo le indicazioni della piantina che viene consegnata insieme alle biciclette e quelle delle piste ciclabili. Noi abbiamo come obiettivo la penisola di Bygdøy e, seguendo le indicazioni stradali, la raggiungiamo facilmente pedalando sulle piste ciclabili che costeggiano la zona portuale. C’è giusto una breve salita che, nonostante i mezzi a nostra disposizione siano davvero un po’ limitati a livello di cambio, riusciamo a completare senza scendere dalla bicicletta. Bygdøy è un quartiere residenziale e di ambasciate che consente – in piccolo – una prima immersione in un paesaggio tipicamente norvegese, fatto di incantevoli case rosse e bianche e di piccoli porti con barche a vela. Da notare che quasi ogni abitazione è munita di barbecue perchè, lo scopriamo ascoltando il nostro amico Luca che vive qui, c’è l’abitudine di preparare pranzi o cene alla griglia ogni volta che c’è l’occasione per farlo.

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Ma Bygdøy è anche la sede di numerosi musei. Noi abbiamo scelto di visitare quello dedicato alla nave Fram (e alle avventure polari di Nansen e Amundsen) che venne utilizzata per numerose spedizioni all’artico e all’antartico (chiedete del biglietto famigliare), un’imbarcazione che raggiunse le latitudini più a nord e più sud rispetto alle altre che in precedenza effettuarono analoghi tentativi. In pratica il museo è realizzato attorno alla nave Fram che è stata trasportata qui (insieme all’altra nave, la Gjøa, costruita in precedenza, la prima a varcare il celebre passaggio di nord-ovest) e ricostruita per intero, compresi gli arredi e le dotazioni interne (biblioteca e pianoforte inclusi… perchè nelle intenzioni di Amundsen l’equipaggio doveva trovare nella lunga permanenza in mare e tra i ghiacci gli stessi confort che a casa). Consiglio di iniziare la visita nell’auditorium, dove viene proiettato un filmato che ben introduce dal punto di vista storico a quegli anni (tra fine Ottocento e inizio Novecento) di esplorazioni nelle parti più ostili del mondo (tra l’altro viene anche citata l’Italia con Nobili e il suo dirigibile).

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Segnalo altri musei interessanti (ma preciso che abbiamo scelto il museo Fram su indicazione di Luca che lo reputa il più interessante):
Museo marittimo Norsk incentrato sulla tradizione norvegese marinara e di costruzione delle barche
Norsk Folkenmuseum all’aperto con la ricostruzione di una città del passato
Kon Tiki Museum dedicato all’avventura della zattera di balsa Ton Kiki.

Il secondo giorno al pomeriggio: al Vigelands Park (sempre in bicicletta)

Con le nostre biciclette un po’ d’antan facciamo rotta verso il porto di Oslo dove per mangiare c’è l’imbarazzo della scelta tra i locali affacciati direttamente e quelli che trovano spazio nell’Aker Brygge, un’area che in passato ospitava cantieri navali e che oggi – dopo un accurato e sapiente intervento di ristrutturazione – è un grande centro commerciale con locali interessanti (anche per l’aperitivo o la cena) e i migliori negozi per lo shopping. Siamo quindi pronti per pedalare sino al Vigelandspark, il parco più grande di Oslo, con 212 opere in pietra e in bronzo di Gustav Vigeland che attraverso le loro molteplici forme rappresentano l’umanità.

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Ma non abbiamo terminato con la bicicletta: eccoci andare in discesa verso il porto, perchè approfittando del nostro versatile mezzo di trasporto riusciamo a raggiungere in poco tempo (e a vedere) il Castello di Oslo – l’Akershus Festning – e le strutture interne.

Il terzo giorno: Oslo tra mare e montagna

A Oslo in una sola giornata e con un solo biglietto di Ruther (la compagnia che gestisce metropolitana, bus e traghetti) è possibile passare dal mare alla montagna. Come? Innanzitutto alla sera, una volta restituite le biciclette, acquistiamo il biglietto della durata di un giorno che sarà valido sino alla sera successiva (consentendoci un bel risparmio e una grandissima mobilità). E’ domenica: alle 10 siamo puntuali al porto, c’è poca gente e saliamo sulla prima corsa del traghetto che effettua il tragitto per i pendolari che vivono o lavorano nel fiordo.

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Nel giro di un’ora passiamo da un’isoletta all’altra con il tipico paesaggio norvegese da cartolina.

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Casette colorate, fari e chiesette si specchiano nell’acqua.
Una volta sbarcati al porto, raggiungiamo a piedi il Teatro nazionale sulla Karl Johans Gate: qui parte la metropolitana diretta a Holmenkollen e a Frognerseteren (che prendiamo utilizzando sempre il biglietto giornaliero). E’ domenica come detto e gli abitanti di Oslo salgono numerosi con zaini ma anche biciclette per una bella scampagnata in famiglia. Noi scendiamo a Frognerseteren che è il capolinea della metropolitana e la località da cui partono passeggiate a piedi ed escursioni in bicicletta. Ma è anche il nome del ristorante che domina il fiordo di Oslo. La struttura esterna è incredibile con la sua struttura in stile drago.

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Ma sono ancor più incredibili la vista straordinaria che spazia sul fiordo e il menù del self service (con prezzi assolutamente competitivi rispetto alla media di Oslo), quindi pranziamo fuori! Riprendiamo poi la metropolitana e scendiamo alla fermata Holmenkollen: siamo al trampolino utilizzato per le gare di salto con gli sci e a vederlo dal basso è davvero impressionante (d’estate c’è una tirolienne lunghissima – a pagamento – adrenalina assicurata). Intanto siamo nella patria e nella storia dello sci: probabilmente è del tutto normale fare strani incontri

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Il quarto giorno: in auto lungo il fiordo tra campi, cittadine medievali e marittime,
fino alla… spiaggia per (tentare) di fare il bagno

#sapevatelo: gli insediamenti nel fiordo di Oslo datano l’età della pietra e quella del bronzo. All’orario di apertura ci presentiamo all’Avis nella zona del porto per noleggiare una vettura. Quindi sbrigate le procedure partiamo. Decidiamo di scendere il fiordo sul lato sinistro e lungo il tragitto iniziamo a goderci il panorama della campagna e delle coltivazioni di grano e avena ormai mature sotto il sole di agosto.

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La prima tappa è la cittadina medievale di Fredrikstad: casette basse e colorate e le insegne smaltate dei negozietti.

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La cittadina è un concentrato di negozi di rigattieri e robivecchi, una vocazione che viene confermata nella piazza del vecchio municipio dove troviamo una distesa di bancarelle in cui è possibile acquistare davvero di tutto e di più.
A questo punto dopo pranzo (spesa al supermercato e pic nic nel parco di un paesino sulla strada) prendiamo la via del… mare con l’idea di fare il bagno! In fondo è il mese di agosto e l’idea sembra allettante. In realtà la temperatura, complice il forte vento, ci trattiene e restiamo a guardare, protetti dalle rocce e da un maglione caldo… In ogni caso non aspettatevi sdraio, lettini e ombrelloni: le spiagge sono libere e selvagge, ma dotate di salvagente e… doccia.

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Tornando verso Oslo visitiamo Drøbak, località scelta in quanto la guida ci segnala che qui c’è un ufficio postale gestito in via permanente dai folletti di Babbo Natale, quindi per me e Martina assolutamente imperdibile. Ma purtroppo arriviamo tardi (alle 16.00 di sabato… non così tardi per gli standard italiani) e troviamo chiuso.

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C’è da dire che la cittadina è così bella, con i suoi rimandi al mare per ogni dove e reperti di imbarcazioni che decorano le case, che… perdoniamo i folletti per aver chiuso così presto.

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La sera è meravigliosa. Rientrati a Oslo, dopo cena, raggiungiamo la splendida architettura dell’Oslo Opera Teather per goderci il tramonto.

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Il quinto giorno: al Museo Munch di Oslo

Terminiamo la nostra vacanza con la visita al Museo Munch che, per via dell’Urlo (ma non solo), è considerato il principale artista norvegese. La struttura contiene la maggiore collezione di opere di Munch, che prima della morte lasciò i quadri che possedeva alla municipalità di Oslo. La sorpresa è che hanno allestito (agosto 2015) una mostra parallela – Munch e Vincent Van Gogh – quindi la visita diventa ancora più interessante.
#sapevatelo: ragazzi fino a 18 anni ingresso gratuito
#sapevatelo: nel 2019 le opere di Munch “disperse” in città verranno trasferite in un nuovo edificio in costruzione accanto al Teatro dell’Opera.

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