Un bel viaggio in macchina, di circa tremila chilometri, verso Parigi prima e la Normandia dopo, da Deauville al Mont Saint Michel fino a Saint Malo. Un itinerario tra la pittura di Claude Monet, la storia della seconda Guerra Mondiale con le spiagge dello sbarco e i cimiteri militari e la suggestione del Mont Saint Michel e delle sue maree. Un percorso con città importanti come Parigi e Rouen, località di villeggiatura chic come Deauville e Trouville, cittadine tipiche come Caen e Bayeux.
Milano-Parigi: un’unica tappa in auto
Da Milano a Parigi sono circa 800 chilometri. Decidiamo di partire presto, alle 6 del mattino, e attraversiamo la Svizzera con la calma necessaria per non incorrere in qualche pattuglia della (giustamente) inflessibile polizia elvetica. Le soste sono ridotte al minimo (compatibilmente con Martina che ha solo quattro anni) così riusciamo ad arrivare a Parigi per le cinque del pomeriggio. Per dormire a Parigi consiglio sempre l’hotel de l’Esperance nel cuore del Quartiere Latino.
Disneyland Paris: la magia delle fiabe e di… incontri importanti
E’ il 2004, Martina ha quattro anni e mezzo: la prima giornata in Francia è dedicata a lei, con la tappa “obbligata” di Disneyland Paris, il regno della fantasia, in cui fare incontri importanti e in cui godere la magia delle fiabe.
A Parigi plongement (full immersion) nella pittura di Claude Monet
Il secondo giorno nella capitale francese è invece dedicato ai “grandi”, appassionati di arte, con la visita ai musei che raccolgono le opere del maestro impressionista Claude Monet, che sarà uno dei leit motiv di questa vacanza: Orangerie, Marmottan e Musée d’Orsay.
Da Parigi a Giverny, la casa di Claude Monet e lo stagno delle ninfee
Con il terzo giorno inizia invece la vacanza itinerante vera e propria, che ci porterà in Normandia, sino al limitare della Bretagna. Lasciata la casa sul presto (questa volta eravamo ospiti di un’amica svizzera con pied à terre a Parigi), arriviamo a place de la Concorde, quindi percorriamo “trionfalmente” gli Champs Elysées praticamente vuoti per l’orario inconsueto. Oltrepassato il quartiere della Défense prendiamo le indicazioni per raggiungere Giverny – paesino poco lontano da Parigi – il luogo scelto da Claude Monet per la sua casa, in cui c’è il celeberrimo stagno con quelle ninfee che furono uno dei soggetti preferiti del pittore.
Il sito internet della Fondazione Claude Monet – che qui ha la sua sede – è l’ideale per avere le informazioni relative alle modalità di accesso, agli orari e ai biglietti.
Noi, dopo aver visitato la casa e aver conosciuto la storia di questo pittore simbolo di un modo nuovo di fare pittura, giriamo con il passeggino mentre Martina dorme, senza seguire un percorso particolare all’interno del giardino, alla scoperta degli scorci riconoscibili nei quadri, ma anche di quell’oasi di pace nel verde che è stata la residenza dell’artista. Se la vostra visita inizia o termina attorno all’ora di pranzo, sappiate che qui c’è anche un ristorante il cui nome ça va sans dire (va da sè) non può essere altro che… Les Nympheas!
Da Deauville a Trouville e poi a Caen alla ricerca di un hotel
Lasciato Giverny, siamo in partenza per andare a dare un’occhiata a due celebri località di mare della costa della Normandia: sono Deauville e Trouville, note destinazioni di villeggiatura, immortalate anche in romanzi e film famosi. A Deauville visse e lavorò la divina Coco Chanel (aprì la sua prima boutique di moda in Gontaut-Biron), venne girato il film di Claude Lelouch “Un uomo, una donna”; Scott Fitzgerald cita Deauville ne “Il grande Gatsby” come uno dei luoghi della luna di miele di Tom Buchanan e Daisy.
Dopo una breve sosta sulla spiaggia, partiamo alla volta di Caen: non abbiamo un hotel prenotato quindi dobbiamo cercare una soluzione per la notte. Arrivati a Caen troviamo una doppia nel locale hotel Ibis, l’unico ad avere posto perché è il 2004, è il sessantesimo anniversario dello sbarco in Normandia e la città è piena di turisti e di reduci di guerra in divisa, con le medaglie al petto, un’emozione fortissima ancora oggi mentre ne scrivo, ripensando a quel che hanno fatto e a cosa sono sopravvissuti per noi e per questa malandata Europa.
All’Ibis sono gentilissimi e attrezzano la camera con un lettino da campeggio per ospitare Martina. Vista la situazione decidiamo di fermarci qui per tre notti, muovendoci in giornata a raggiera verso le mete scelte, per evitare da un lato di cambiare hotel ogni giorno e dall’altro di non trovare posto a causa delle celebrazioni legate all’anniversario dello sbarco.
Le spiagge dello sbarco e i cimiteri militari
Poche righe della rivista Focus.it ben sintetizzano lo Sbarco in Normandia: “All’alba del 6 giugno 1944 cominciava una delle più vaste e complesse operazioni militari di sempre: lo Sbarco in Normandia, il momento tanto atteso e meticolosamente pianificato della liberazione dell’Europa continentale dal controllo nazista, ma anche uno dei più ingenti spargimenti di sangue su militari e civili della Seconda Guerra Mondiale”.
Per preparare l’invasione delle Normandia il primo ministro britannico Winston Churchill fece costruire sul Tamigi due porti prefabbricati che vennero montati nella baia di Arromanches: 146 cassoni in cemento affondati a formare un frangiflutti semicircolare a cui furono ancorati ponti galleggianti. Qui sbarcarono 2 milioni e mezzo di soldati, 4 milioni di tonnellate di equipaggiamento e 500.000 veicoli (fonte: www.normandiafrancia.it). Lo sbarco lungo la spiaggia di Omaha Beach fu un vero massacro per i soldati americani, come raccontato nel film “Salvate il soldato Ryan”.
Andiamo quindi a visitare il Normandy American Military Cemetery and Memorial, il cimitero di guerra americano, immerso nel silenzio: file infinite di croci bianche, ben 9.386, vittime americane (oltre ai 1.557 soldati dispersi). Ho scelto la foto di destra per ricordare che in quelle giornate, mentre sei milioni di ebrei erano morti durante gli anni della guerra nei campi di concentramento, altri ebrei davano la vita per liberare i pochi superstiti. In zona ci sono anche il Cimitero inglese e il Cimitero tedesco.
Il Mont Saint Michel: il fenomeno dell’alta marea, l’Abbazia e la Merveille
Dopo una giornata dedicata alla storia, il giorno successivo ci porta in uno dei posti più belli, più affascinanti e più suggestivi del nostro viaggio: il Mont Saint Michel patrimonio dell’Unesco e da sempre meta di pellegrinaggi.
Innanzitutto non lasciate al caso il giorno e l’ora in cui arrivare alla baia in cui si erge questa meraviglia posta tra la Normandia e la Bretagna, perchè così non perderete il fenomeno dell’alta marea (si tratta delle più grandi maree d’Europa).
Noi siamo arrivati al mattino con bassa marea e durante la giornata abbiamo visto – all’orario prestabilito – il mare che iniziava a salire. Esiste un calendario che è in grado di dirvi esattamente l’andamento di questo fenomeno naturale, così potete programmare al meglio il vostro arrivo: lo trovate a questo link. Bisogna prestare anche attenzione a dove parcheggiare il proprio mezzo di trasporto (per non trovarlo… sommerso), ma a questo pensano le indicazioni che troverete una volta arrivati. Per darvi un’idea di quel che succede ecco due fotografie che ben sintetizzano quel che accade prima (al mattino presto) e dopo (nel corso della giornata) l’arrivo della marea.
Quindi entrate nel villaggio sorto negli anni ai piedi dell’abbazia e percorrete la Grande Rue alla scoperta di luoghi, profumi e sensazioni che solo un antico borgo può restituire (nonostante l’enorme flusso turistico).
La storia dell’abbazia del Mont Saint Michel risale al 708: la leggenda racconta che l’angelo Michele apparve al vescovo di Avranches (Aubert) chiedendogli di costruire una chiesa in cima a Monte Tombe, isola rocciosa. Nel 966 arrivarono i monaci benedettini e all’inizio dell’XI secolo iniziarono i lavori di ampliamento dell’abbazia. Seguirono secoli con vicende alterne (l’abbazia divenne anche prigione), declino e successiva ripresa.
Nel XIII secolo sul versante nord della chiesa vennero aggiunti due enormi edifici, sin dalla loro origine chiamati la Merveille. Capolavoro gotico, costruito interamente in granito a partire dal 1203 su tre livelli (all’ultimo piano la sede dell’ordine monastico), la Merveille è stato completato intorno al 1228, in soli 25 anni.
A Rouen per ammirare la Cattedrale dipinta da Monet ben trenta volte
L’ultima tappa è la città di Rouen – capitale della Normandia – e non a caso. Questo viaggio è iniziato nei musei parigini che raccolgono le opere del grande maestro impressionista Claude Monet, è proseguito a Giverny dove l’artista viveva e termina qui, al cospetto di quella Cattedrale dipinta ben trenta volte tra il 1892 ed il 1894.
La nostra attenzione è attirata anche dalle facciate delle case, con la tipica struttura in travi e gesso. Ma Rouen è legata anche a Giovanna d’Arco, che dopo essere stata dichiarata colpevole di stregoneria e di eresia, venne arsa viva qui nel 1431, in Place du Vieux Marché, dove nel Medioevo venivano eseguite le condanne capitali. Dalla storia alla letteratura: Rouen diede i natali a Gustav Flaubert (cui è dedicato un museo) autore – tra gli altri – dell’indimenticabile Madame Bovary.
Gli ultimi tre spunti: Bayeux, Saint Malo e il Memorial Pegasus
Chiudo con tre spunti: durante questo viaggio abbiamo raggiunto anche Saint Malo (sconfinando in Bretagna sul finire della giornata al Mont Saint Michel) imperdibile per una cena a base di frutti di mare, abbiamo passeggiato per Bayeux (sotto a sinistra) poco distante da Arromanches e abbiamo visitato (sotto a destra) il Memorial Pegasus, altro luogo essenziale delle vicende di guerra legate allo Sbarco in Normandia (il ponte famoso grazie al film di Darryl Zanuck “Il giorno più lungo”).
Il Memoriale Pegasus è dedicato all’eroica azione della 6ª Divisione aviotrasportata britannica che aveva il compito di conquistare intatti i ponti di Bénouville sul canale di Caen e di Ranville sul fiume Orne, così da consentire il passaggio dei rinforzi alleati provenienti dalle spiagge; conquistare e distruggere la batteria di Merville per impedire i tiri d’artiglieria nemici sulla spiaggia Sword, all’altezza di Ouistreham, e sulla flotta alleata al largo; raggiungere il crinale ad est dell’Orne e distruggere i ponti sul fiume Dives. Missioni portate a termine con successo prima dell’alba, con ingenti perdite umane.
Info: Sito ufficiale del Turismo in Francia
Normandia turismo (in italiano)
Sito ufficiale del Mont Saint Michel (in francese e in inglese)
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Mi avete conquistato…descrizione accurata…molto interessante.Ci andrò al più presto e la consiglio a mio figlio…un patito di storia…
Grazie Raffaella per l’apprezzamento. Continua a seguirmi qui e su FB
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Se, in particolare, ami la Francia troverai molti altri spunti. A presto 🙂
Che viaggione!! 🙂 Spero di visitare Mont Saint Michel la prossima estate, ma credo di volare fino a Parigi e poi noleggiare un’auto. Non avevo messo in programma Giverny, ma dopo aver visto le tue foto, la devo assolutamente aggiungere all’itinerario.
Se non ricordo male lo abbiamo fatto in una decina di giorni. Le tappe più lunghe sono Milano-Parigi e Rouen-Milano.
Buon viaggio 🙂