Una giornata sulla riviera romagnola con il cielo uggioso è perfetta per una visita a Ravenna, in particolare lungo un “itinerario della fede” che porta alla scoperta di cinque siti Patromonio dell’Unesco: il Battistero Neoniano, la Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea, la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia e la Basilica di Sant’Apollinare nuovo. Prima o dopo Ravenna non mancate di visitare anche Sant’Apollinare in Classe e per la pausa pranzo fermatevi alla Ca de’ Ven.

Un rigraziamento particolare a L. e I. per aver realizzato un desiderio che era da tempo nella mia bucket list (visitare Ravenna) e soprattutto a G. che con la sua insaziabile curiosità mi sprona sempre ad approfondire luoghi e temi.

Per maggiori informazioni sull’arte bizantina e sui mosaici consultate questo articolo di Wikipedia e il sito Ravenna mosaici.

Al mattino: Sant’Apollinare in Classe,
il Battistero Neoniano e la Cappella Arcivescovile

Sant’Apollinare in Classe: a circa 8 chilometri dal centro di Ravenna, considerata il più grande esempio di basilica paleocristiana, venne edificata durante la prima metà del VI sec. Nell’abside spicca il mosaico con il cielo stellato e, in mezzo, una croce: all’incontro dei bracci c’è il volto di Cristo. Sotto, nella valle fiorita, Santo Apollinare, primo vescovo di Ravenna, è in atteggiamento orante tra le pecore (che rappresenta la prima comunità dei fedeli).
Info orari e tariffe

© www.pennaevaligia.it

Qui sotto i mosaici della cupola del Battistero Neoniano, che prende il nome dal vescovo Neone. E’ detto anche Battistero degli ortodossi, nel senso dell’epoca: i cristiani che seguivano la retta dottrina. Al centro il battesimo di Gesù.

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La Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea, tra V e VI secolo, ora inserita nel percorso del Museo Arcivescovile, è il cuore dell’antico episcopio. Il Cristo, Via Verità e Vita, appare vincitore sulle potenze del male, glorioso tra gli Apostoli e i santi.

Il pranzo al Ca de Ven e una visita alla tomba di Dante

Per il pranzo a Ravenna questo locale merita una visita: si chiama Ca de Ven ed è un’enoteca e ristorante in un palazzo quattrocentesco. Bellissimi gli scaffali, i banconi e i soffitti. C’è un angolo a libri e riviste per chi ama il dialetto e le tradizioni popolari di Romagna. Qui potete gustare i piatti tipici romagnoli e, naturalmente, la piadina.

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Ca De Ven
Via Corrado Ricci 24
48100 Ravenna, Italia
Tel. +39.0544.30163

Poco distante trovate la tomba di Dante: il sommo poeta visse a Ravenna gli ultimi anni della sua esistenza ed è morto qui nel 1321. Sulla destra notate nel giardino, ricoperta di edera, la lapide che indica il luogo in cui le ossa dell’autore della Divina Commedia vennero collocate durante la Seconda Guerra Mondiale, per essere protette.

Al pomeriggio: Sant’Apollinare Nuovo, la Basilica di San Vitale
e il Mausoleo di Galla Placidia

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo (V e VI secolo) racchiude 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, che rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

Limitrofa al Mausoleo di Galla Placidia c’è la Basilica di San Vitale, capolavoro dell’architettura ravennate, con elementi architettonici romani (la cupola intradossata, la forma dei portali, le torri) ed elementi bizantini (l’abside poligonale, i capitelli, la costruzione in mattoni). L’abside è un trionfo di mosaici il cui fulcro è il Cristo Pantocratore posto su un globo azzurro.

Il Mausoleo di Galla Placidia, V secolo, annuncia la fede nella Resurrezione. Il Cristo Risorto, «il Pastore grande delle Pecore» (Eb 13,20), custodisce il gregge nella gloria del giardino del paradiso. Galla Placidia (386 – 450 d.C.), sorella dell’imperatore Onorio, l’artefice del trasferimento della capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna nel 402 d.C., fece costruire questo piccolo mausoleo a croce greca per sé intorno al 425-450; tuttavia non fu mai utilizzato in tal senso in quanto l’imperatrice, morta a Roma nel 450, fu seppellita in questa città. Entrando qui non ho potuto non pensare all’incipit della peosia di Pascoli “10 agosto”:

Insolita Venezia: a Sant’Erasmo, l’isola degli orti, dormendo in caicco (di Arianna Cecchini)

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